Gli attori, autori e registi Niccolò Fettarappa e Nicola Borghesi insieme sul palco per interrogarsi con amara ironia sulla politica italiana di oggi attraverso «l’unica cosa che sanno fare»: teatro.
Uno Spettacolo Italiano, una produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Agidi, Sardegna Teatro, debutta in prima assoluta al Teatro delle Passioni di Modena dal 7 al 10 novembre.
I due artisti si trovano a vivere in un’Italia cambiata, in cui i loro «spettacolini di sinistra» non hanno più spazio. Per capire come sopravvivere in un mondo in cui «hanno vinto loro» e non sapendo fare altro nella vita se non teatro, l’unica soluzione che vedono è quella di diventare artisti di destra.
A provarci sono Niccolò Fettarappa, attore e autore romano di diverse e apprezzate creazioni, tra cui Apocalisse Tascabile, che ha ricevuto il Premio In-Box 2021, Direction Under30 2020, Premio critica Nolo Fringe Festival, Premio Italia dei visionari; e Nicola Borghesi, co-fondatore di Kepler-452, compagnia dal 2018 prodotta da ERT (Il Giardino dei ciliegi. Cinquant’anni di felicità in comodato d’uso, F. Perdere le cose, Gli altri. Indagini sui nuovi mostri) e premiata agli Ubu 2023 per il progetto Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto.
«Spazi, case, televisioni e piazze – affermano gli autori – hanno i loro colori. E noi, sempre più sbiaditi. / Se non puoi batterli, e non possiamo, unisciti a loro. Loro sono la maggioranza. E forse un motivo c'è. / Nel mondo della cultura c'è bisogno di una nuova classe dirigente. E noi siamo pronti. Dove c'è discordia, porteremo armonia. Dove c'è errore, porteremo verità. Dove c'è dubbio, porteremo fede. Dove c'è angoscia, porteremo speranza. Questo è uno spettacolo di destra.
Siamo Nicola e Niccolò e siamo pronti a rinnegare tutto, siamo pronti a salire sul carro dei vincitori.
E non faremo prigionieri».
I due artisti si informano, studiano, immaginano e fantasticano su che cosa significhi “destra”, su quali siano i suoi confini. Niccolò Fettarappa prende spunto da uno dei primi provvedimenti presi dal governo, la così detta “norma anti-rave” e si chiede perché vietare proprio questo tipo di raduni. Nel cercare di capire il disegno nascosto dietro questa legge, Fettarappa si accorge di iniziare a pensare come un politico di destra. «Per scrivere questo spettacolo – si legge nelle note di regia – ho cominciato a ragionare come un ministro dell’interno. Mi sono ricordato di un passo di Massa e Potere, in cui Canetti parla della massa festiva, come una specifica tipologia di massa, in cui chi si riunisce, balla, rovescia i divieti e supera l’individualismo, alla ricerca di una moltiplicazione della vita e del collettivo. Ecco, da quello che so nei rave è palpitante questa esperienza di massa festiva. E forse proprio per questo, sono stati vietati. Oggi abbiamo bisogno di patrioti, non di fricchettoni.
E così la destra da due anni sta imponendo la sua festa, una festa che va avanti in televisione, in piazza, nelle scuole, con le pistole e i manganelli, un rave di destra, un trip terribile da cui non riesco più a riprendermi. Questo spettacolo è nato da questi due anni di protratta allucinazione».